Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po'
E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò Da quando sei partito c'è una grande novità L'anno vecchio è finito, ormai Ma qualcosa ancora qui non va Si esce poco la sera, compreso quando è festa E c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra E si sta senza parlare per intere settimane E a quelli che hanno niente da dire Del tempo ne rimane Ma la televisione ha detto che il nuovo anno Porterà una trasformazione E tutti quanti stiamo già aspettando La canzone, scritta da un indimenticato Lucio Dalla usciva a febbraio 1979, consacrando il cantante tra i grandi della musica italiana. Qualche anno fa un bell’articolo di Rock.it leggeva commentando il testo di questa canzone, il peso di un periodo conosciuto come “anni di piombo”. Scritta in un 1978 pieno di giornate buie (il delitto Moro, gli atti di terrorismo, la morte naturale di Paolo VI e quella più chiacchierata del suo successore Giovanni Paolo I, le dimissioni del Presidente Leone, sospettato di corruzione) l’anno che verrà" non concludeva solo l’LP in cui era inserita (Lucio Dalla), ma concludeva idealmente gli anni '70. Secondo l’autore dell’articolo, Lucio Dalla quando scrive i versi "Si esce poco la sera compreso quando è festa / e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra" allude alla paura della violenza terrorista e criminale che in quel periodo tempi portò molte persone a chiudersi letteralmente in casa, fatto questo raccontato da molti film dell’epoca. "L’anno che verrà" interpretava un sentimento diffuso tra gli Italiani, ovvero la stanchezza per il clima di violenza e per le difficoltà economiche in cui riversava l’Italia. Grazie anche all’impegno di indimenticati uomini delle forze dell’ordine (Carlo Alberto Dalla Chiesa in testa e con lui tanti amici più o meno noti della famiglia professionale della sicurezza) gli anni 70 sono passati ed hanno lasciato il posto agli anni 80 che tutti in Italia – chi per esperienza, chi per mito – ricordiamo con tutt’altra memoria. Sentendo la canzone adesso, in una playlist su Spotify, il testo suona diverso, ma sempre ironicamente attuale…stiamo tutti guardando il mondo dalla telefevisioni e dai computer delle case e degli uffici in cui ci siamo rifugiati; abbiamo messo “protezioni” alle finestre e… di sicuro “si esce poco la sera, compreso quando è festa. Stiamo aspettando che l’anno nuovo ci porti una trasformazione, ma ognuno di noi con il proprio impegno quotidiano a garantire la sicurezza, sta già mettendo le basi per sconfiggere questo nuovo impalpabile nemico. Insieme alla speranza di uscire da questa crisi ed alla certezza del contraccolpo economico l’anno che verrà vede molte altre crisi non risolte affollare lo scenario mondiale: l’emergenza climatica sempre più cogente, il probabile esacerbarsi dello scontro economico tra Usa e Cina, le incertezze di una Brexit ora certa, la partenza di una nuova presidenza Americana cosi divisa da sembrare italiana, le tante “piazze” che, passato la fase di chiusura, rischiano di infiammarsi nuovamente in tutto il mondo. La nostra professione verrà messa alla prova: la resilienza e la sostenibilità delle nostre aziende di cui tanto si è parlato in questi anni costituiscono il banco di prova della nostra professione. Solo, preparando le nostre aziende a resistere, potremo garantirne la sicurezza e contribuire alla rinascita del Belpaese dopo questa grande crisi infinita, per uscirne in piedi, più forti. Avanti tutta! “L'anno che sta arrivando tra un anno passerà, Io mi sto preparando, è questa la novità”
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